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che per sé non la trova,

poi che l’ha data altrui.
Ama l’onestá mia, s’amante sei;
ama la mia salute, ama la vita.
Troppo lunge se’ tu da quel che brami.
Il proibisce il ciel, la terra il guarda
e ’l vendica la morte;
ma piú d’ogn’altro e con piú saldo scudo
l’onestate il difende,
ché sdegna alma bennata
piú fido guardatore
aver del proprio onore. Or datti pace
dunque, Mirtillo, e guerra
non far a me. Fuggi lontano e vivi,
se saggio se’: ch’abbandonar la vita
per soverchio dolore,
non è atto o pensiero
di magnanimo core;
ed è vera virtute
il sapersi astener da quel che piace,
se quel, che piace, offende.
Mirtillo. Non è in man di chi perde
l’anima, il non morire.
Amarilli. Chi s’arma di virtú, vince ogni affetto.
Mirtillo. Virtú non vince ove trionfa Amore.
Amarilli. Chi non può quel che vuol, quel che può voglia.
Mirtillo. Necessitá d’amor legge non bave.
Amarilli. La lontananza ogni gran piaga salda.
Mirtillo. Quel che nel cor si porta, invan si fugge.
Amarilli. Scaccerá vecchio amor novo desio.
Mirtillo. Si, s’un’altra alma e un altro core avessi.
Amarilli. Consuma il tempo finalmente amore.
Mirtillo. Ma prima il crudo amor l’alma consuma.
Amarilli. Cosi, dunque, il tuo mal non ha rimedio?
Mirtillo. Non ha rimedio alcun, se non la morte.
Amarilli. La morte? Or tu m’ascolta e fa’ che legge