Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, I.djvu/454

APPUNTI DI FILOSOFIA I ^ 447 litico. Nonostante le ottime intenzioni, il tenore del libro non supera questa documentata e mossa constatazione né riesce ad una confutazione teorica sul piano adeguato e col vigore necessario ». E conclude: «La riprova ne dà l’ultimo capitolo, in cui la trattazione vorrebbe conchiudersi col raccomandare un pratico contegno politico. Il De Man, egualmente evitando i due estremi di una tattica di presa del potere e di un apostolato esclusivamente idealistico, consiglia una generica educazione delle masse e con ciò si pone fuori di quel socialismo, di cui pure per tutta l’opera si era dichiarato fedele e illuminato seguace». La recensione è notevole e acuta, dato il carattere dello scrittore, piuttosto letterato, per quanto mi consta. Cfr Quaderno 11 (xvm), pp. 76-76 bis. § (31). Di Giorgio Sorel [vedi p. 78]La «Nuova Antologia» del i° dicembre 1928 pubblica un lungo articolo (da p. 289 a p. 307) intitolandolo Ultime meditazioni (Scritto postumo inedito)2. Si tratta di un saggio, scritto nel 1920, che doveva servire di prefazione ad una raccolta di articoli pubblicati dal 1910 al 1920 in giornali italiani e che ancora non è stata pubblicata (nel 1929 sembrava imminente la pubblicazione presso la Casa Ed. «Corbaccio» di Milano di questa raccolta, a cura di Mario Missiroli, ma fino ad oggi - settembre 1930 - niente se ne è fatto e probabilmente non se ne farà più niente3, perché in Italia la rinomanza del Sorel - fondata su una serie di equivoci più o meno disinteressati - è molto scaduta ed esiste già una letteratura antisorelliana). Il saggio riassulme tutti i pregi e tutti i difetti del Sorel: è tortuoso, 61 saltellante, incoerente, superficiale, profondo ecc.: ma dà o suggerisce punti di vista originali, trova nessi impensati, obbliga a pensare e ad approfondire. Qual è il significato esatto della conclusione del saggio del Sorel? 4. Esso appare chiaramente da tutto l’articolo e fa ridere la noticina introduttiva della « Nuova Antologia » che conclude con queste parole: «... uno scrittore, che assegnò all'Italia del dopo guerra il primato intellettuale e politico in Europa». A quale Italia? Potrebbe dire qualcosa in proposito [esplicitamente] il Missiroli o si potrebbe trovare qualcosa nelle lettere private del Sorel a Missiroli (che dovrebbero essere pubblicate, secondo gli annunzi dati, ma non lo saranno o lo saranno non integre)5. Toglierò da questo saggio del Sorel solo qualche spunto, notandone, prò memoria, la grande importanza per comprendere il Sorel e il suo atteggiamento nel dopo guerra. (Mi pare che non si può comprendere il Sorel come figura di « intellettuale rivoluzionario » se non si pensa alla Francia di dopo il 70: il 70-71 videro in Francia due terribili disfatte: quella nazionale, che pesò sugli intellettuali borghesi e sugli uomini politici, creando dei tipi come Clemenceau, quintessenza del giacobinismo francese, e la disfatta del popolo parigino della Co-