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1930: (miscellanea) 361 siero per Federico Confalonieri. Egli era passato da Londra, un anno prima, diretto in Francia: Ma2zini aveva saputo che era mesto e silenzioso, ma i patimenti, secondo lui, non dovevano mutare il fondo dell’anima. Lo seguiva con trepidazione perché voleva che fosse sempre un’alta diritta figura, un esempio. Pensava che se egli stesso fosse uscito dallo Spielberg, trovandosi un deserto d’intorno, non avrebbe ad altro inteso che al modo di ritentare qualche cosa a prò dell’antica idea e finirvi. Non voleva che supplicasse, che volesse e ottenesse il ritorno chi aveva sofferto quindici anni senza avvilirsi, senza indizi di cangiamento. Voleva che fosse sempre un nuovo Farinata degli liberti, come lo raffigurò Gabriele Rosa, affettuoso e costante esaltatore, sino all’ultimo, del suo compagno di prigionia» \ Il Da Como è completamente fuori strada e le parole del Mazzini, altro che accorate, sono aspre e dure. L’agiografia impedisce di vedere la storia. (Nell’epistolario del Mazzini ci sono altri accenni al Confalonieri? E nelle lettere di altri esuli? Il giudizio reale bisogna appunto cercarlo in queste lettere private, perché difficilmente i fuorusciti avranno in scritti dedicati al pubblico voluto gettare ombre sul Confalonieri. Un’altra ricerca interessante è da farsi negli scritti degli agenti provocatori dell’Austria). Cfr Quaderno 19 (x), pp. 125-27. § (82). Cultura storica italiana e francese. La cultura 48 storica e la cultura generale francese ha potuto svilupparsi e diventare «popolare-nazionale» per la stessa complessità e varietà della storia politica francese negli ultimi 150 anni. La tendenza dinastica si è dissolta per il succedersi di tre dinastie antagoniste tra loro in modo radicale: legittimista, liberale-conservatrice, militare-plebiscitaria e per il succedersi di governi repubblicani anch’essi differenziati fortemente: il giacobino, il radicale socialista e l’attuale. È impossibile una «agiografia» nazionale unilineare: ogni tentativo di questo genere appare subito settario, sforzato, utopistico, antinazionale perché è costretto a tagliare via [o a sottovalutare] pagine incancellabili della storia nazionale (vedi l’attuale tendenza Maurras1 e la misera storia di Francia del « Bainville2). Per questa ragione il protagonista della storia francese è diventato l’elemento permanente di queste variazioni politiche, il popolo-nazione; quindi un tipo di nazionalismo politico e culturale che sfugge ai limiti dei partiti propriamente nazionalistici e che impregna tutta la cultura, 1