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1930: (miscellanea) 345 t I laici hanno fallito nella soddisfazione dei bisogni intellettuali del popolo: io credo proprio per non avere rappresentato una cultura laica, per non aver saputo creare un nuovo umanesimo, adatto ai bisogni del mondo moderno, per aver rappresentato un mondo astratto, meschino, troppo individuale ed egoista. La letteratura popolare francese che, per esempio, è diffusa anche in Italia, rappresenta in maggiore o minor grado, in modo più o meno simpatico, questo «nuovo umanesimo», questo laicismo. Guerrazzi lo rappresentava, il Mastriani ecc. Ma se i laici hanno fallito, i cattolici non hanno avuto miglior successo. Pare che i libri ameni cattolici siano molto letti, perché hanno discrete tirature: ma il più delle volte si tratta di oggetti che vengono regalati nelle cerimonie e che non | vengono letti che per 37 bis castigo o per disperazione. Colpisce il fatto che nel campo del romanzo o delle narrazioni avventurose i cattolici non abbiano avuto una maggiore letteratura e una maggiore fortuna: eppure essi avrebbero una sorgente inesauribile nei viaggi e nelle vite avventurose, dei missionari. Ma anche nel periodo di maggior espansione del romanzo geografico d’avventura, la letteratura cattolica in argomento è stata meschina: i libri di Ugo Mioni (credo padre gesuita) e le vicende del cardinal Massaja in Abissinia devono essere i più fortunati. Anche nella letteratura scientifica i cattolici non hanno gran che (letteratura scientifica popolare), nonostante abbiano avuto grandi astronomi come il padre Secchi (gesuita)7 e l'astronomia sia la scienza che più interessa il popolo. Questa letteratura cattolica è troppo impregnata di apologetica gesuitica e stucca per la sua meschinità. Questa poca fortuna della letteratura popolare cattolica indica come ci sia ormai una rottura profonda tra la religione e il popolo, che si trova in uno stato miserrimo di indifferentismo e di assenza di vita spirituale: la religione è solo una superstizione, ma non è stata sostituita da una nuova moralità laica e umanistica per l’impotenza degli intellettuali laici (la religione non è stata né sostituita, né intimamente trasformata e nazionalizzata come in altri paesi, come in America lo stesso gesuitismo: l’Italia è ancora, come popolo, nelle condizioni generali create dalla Controriforma). (La religione si è combinata col folklore pagano ed è rimasta a questo stadio. Cfr note sul folklore) *, Cfr Quaderno 21 (xvn), pp. 14-21. § (64). I nipotini di padre Bresciani. Mario Puccini, Cola 0 Ritratto dell Italiano, Casa Editrice Vecchioni, Aquila, 1927. Cola è un contadino toscano, territoriale durante la guerra, con cui il Puccini vorrebbe rappresentare il «vecchio italiano» ecc. | ... «il carattere di 38 Cola, (...) senza reazioni ma senza entusiasmi, capace di fare il proprio dovere e anche di compiere qualche atto di valore ma per obbedienza e per necessità e con un tenero rispetto per la propria pelle, persuaso sì e no della necessità della guerra ma senza nessun sospet-