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1930: (miscellanea) 327 non essere mai esistito un «dominio della legge», ma solo una politica di arbitrii e di cricca personale o di gruppo] \ « § (4j). La scienza della politica e i positivisti. La politica non è che una [determinata] «fenomenologia» della delinquenza, è la «delinquenza settaria»: questo mi pare il succo del libro di Scipio Sighele, Morale privata e Morale politica, Nuova edizione de La delinquenza settaria riveduta ed aumentata dall’autore, Milano, Treves, 1913 (con in appendice riprodotto l’opuscolo Contro il parlamentarismo) \ Può servire come «fonte» per vedere come i positivisti intendevano la «politica», sebbene sia superficiale, prolisso e sconnesso. La bibliografia è compilata senza metodo, senza precisione e senza necessità (se un autore è citato nel libro per un’affermazione incidentale, nella bibliografia è riportato il libro da cui ( è ) presa la citazione). Il libro può servire come elemento per comprendere Ì rapporti che sono esistiti nel decennio 1890-1900 tra | gli intellettuali 27 bis socialisti e i positivisti della scuola lombrosiana, ossessionati dal problema della criminalità, tanto da farne una concezione del mondo o quasi (cadevano in una strana forma di «moralismo» astratto, poiché il bene e il male era qualcosa di trascendente e di dogmatico, che in concreto coincideva con la morale del «popolo», del «senso comune»). Il libro del Sighele deve essere stato recensito da Guglielmo Ferrerò, perché nella bibliografia è citato un articolo del Ferrerò Morale individuale e morale politica nella « Riforma Sociale», anno 1, n. xi-xii. Libro di Ferri: Socialismo e criminalità; di Turati: Il delitto e la questione sociale. Vedere bibliografia di Lombroso, Ferri, Garofalo (antisocialista), Ferrerò, e altri da ricercare. L’opuscolo contro il parlamentarismo è anch’esso superficialissimo e senza sugo: può essere citato come una curiosità dati i tempi in cui fu scritto: è tutto imperniato sul concetto che le grandi assemblee, i collegi sono organismi tecnicamente inferiori al comando unico o di pochi, come se que- 0 Aggiunto in epoca posteriore. 4 3*