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194 | parte seconda — cap. xxiv |
Solére. Si usano il pres. e l’imperf. dell’ind. e del cong. ío sòglio, soléva, soléssi, sòglia. Negli altri tempi si sostituisce la frase èsser sòlito.
Úrgere. Si usano (oltre l’inf.) le voci úrge, urgéva, urgévano; urgésse, urgéssero; urgènte, urgèndo. Di rado il fut. urgerà ed urgeránno.
Vígere. Si usano le voci víge, vigéva, vigévi, ecc. vigésse, vigéssero, vigènte, vigèndo. Di rado il futuro.
§ 2. In verso si trovano spesso anche le seguenti forme difettive:
álsi, álse, álsero, algènte da álgere, agghiacciare;
ánge 3ª persona sing. pres. ind. da ángere, tormentare;
còle 3ª sing. pres. ind. e il part. cólto o cúlto da còlere, onorare;
èbe 3ª sing. da èbere, intorpidire;
estòlli, estòlle da estòllere, innalzare;
fedíre (fièdere), ferire: fièdo, fièdi, fiède, fièdono; fièda, fièdano; fedíva, fedísse, fedíto;
fólce, e i composti suffólce, suffólto da fólcere, sostenere;
gíre, andare: 2ª plur. gíte, imperf. gíva, gívi, ecc. pass, gíi, gísti, ecc. girò, girèi; gíssi, gísse, gíssero; gíto;
labèndo da lábere, scorrere, sdrucciolare;
léce e líce da lícere, esser lecito;
lúcere, lúce, lucéva, lucévi, ecc. (invece di rilúcere, ecc.);
mólcere, addolcire; mólci, mólce, molcéva, ecc. molcésse, molcèndo;
olíre, rendere odore; olísci, olísce, olíva, olívano;
redíre o rièdere, ritornare; rièdo, rièdi, riède, rièdono; redíva, redívano; redírono;
sèrpere, serpeggiare; sèrpe, sèrpa, serpèndo;
tèpe da tèpere, esser tiepido;
tòlle da tòllere antiq. per tògliere, túrge da túrgere, gonfiarsi;
tòrpe, tòrpa, torpènte, torpèndo da tòrpere esser torpido.
§ 3. Anche molti verbi, che non si possono chiamare difettivi, mancano nell’uso comune di qualche tempo o persona, sia perchè sonerebbe male all’orecchio, sia per fuggire equivoci. Abbiam veduto che fra i verbi della terza conjug. il participio presente non si