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cbe nulla è; dico del sapere qaando ai debba porre al nome) e quando no. Ma chi ha proposto di dar ragione delle cose, luso dell’articolo offre più campo allo argomentare, che finora non s’è immaginato da coloro che hanno scritto in grammatica; e a me ha dato più da pensare questa parte che, direi quasi» lutto il resto dell’opera. £ qui si può ben; dire con Dante a chi legge, che il velo è sottile tanto che ci vuol acume a trapassar dentro.

1. Si trapassammo toccando un poco la ulta futura. D. 2. La medUcina da guarirlo so io bene» B. 3. iSbno ancor venute us damigelle? B.

L’articolo non è altro che un segno che serve a mostrare un nonae determinato, come si farebbe con un dito accennando una cosa nominata» Il nome può esser determiDato nel genere e nella specie; nel genere quando, tra molte cose delio stesso genere, si distingue una specie; nella specie, quando tra più cavalli se ne accenna un particolare. Nei suddetti esempj il nome è determinato nella specie, e dinota cose tutte particolari. Il determinante in questo caso può essere un aggettivo, o più parole espresse o sottintese. Nel primo esempio l’aggettivo futura determina il Mroe wfa, la quale si divide in presente e futura; nel secondo Tespressione dSs gfSAirir/o determinala medicina’^ nel terzo il nome damigelle si determina dalle parole sottintese che W $1state aspettando.

1. L’ingratitudine è antichissimo peccato. B. 2. Di ciò ne è testimone l’Africa. M. 3. Non se ne dee l’uomo maravigliare. B. 4. Gli uomini in molte cose peccano desiderando. B.