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485 le due azioni di sorridere e di rispondere essendo simuU tanee, non le divido. Quando un nonae ha più di due aggettivi, come in questo esempio capelli^ si dividono per virgole; e anche Tultimodal penultimOi benchè vi sia la congiunzione* Le parole uiso ritondetto unendosi a tutto splen-didOf quelle che son tramezzo formano on incidente; e però stanno tra due virgole. Non è posta virgola tra in testa e pcurwan^ perciò che le parole che seguono sono una quali-^ ficazion eretta di testa; ed è posta la virgola dopo boccuC’ eia piccolina^ perchè l’espressione pares^an due rubinetti è qualificazion di labbra. Finalmente dopo Fiammetta e prima di sorridendo è una virgolai perchè tutto il resto è inci* dente. Quando il dicitore introduce un* altra persona a parlare, divide le sue parole dall’altrui con due punti; come si vede alla fine del soprapposto periodo* Si usano anche i segni („) non quando s’introduca a parlare un altrOfma quando si alleghino le altrui parole; le quali finite, si chiudono coi medesimi segni; o pure si mettono le parole citate in caratteri diversi; nel qual caso, quando la citazione sia corta, non fa pur bisogno nè di due punti nè di una virgola, come si vede qui nelle parole da me prodotte. I due punti servono anche a dividere le due parti principali d* un gran periodo. Era similmente allora in Firenze un glossane di mara-vigliosa piacewlezza in ciascuna cosa che far voles^a^ astu-^ to e ay^ene^ole^ chiamato Maso del Saggio; il quale ^ uden^ do alcune cose della semplicità di Calandrino^ propose di voler prender diletto de* fatti suoi col fargli alcuna beffa^ fargli credere alcuna cosa* E^ per as^entura^ trescandolo un dì nella chiesa di San Giovanni •••