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473 ora con unahra mi siete andato d* attorno^ che wi nCave^ te fatto tempere il proponimento^ jindar dt attorno ad alcuno con dolci parole e piace-* volezzek espressiooe che dipinge; come nella seguente fra* se tutto il venne considenandom ’ E {^natogli guardato là dove questo messer Niccola sedem^ parendogli che fosse un nuovo ucceUone^ tutto il venne considerando^ Allora, quasi come se il mondo sotto i piedi le fosse venuto menOf le fuggì t animo, e vinta cadde ecc. Vedi bel qaadro,e odi? irtu di sermone! Le fuggì Vanimo, e vinta cadde^ metafore degne di quel fervido e vivo ingegno. Parie che lo scolare questo diceva^ la misera donna piangeva continuo* Nota parte in luogo di mentre che, già analizzato altrove; e continuo senza mente. f^edeva ancora in più luoghi boschi, ed ondare, e case, le quali tutte similmente Verano angoscia desiderando. Sono infiniti i modi da moltiplicar le bellezze dello stile in chi ha T ingegno e Tarte. Già tutta questa frase è mirabile; ma il desiderando specialmente, la cui analisi è: ella desiderando quelle cose Verano angoscia. Se del Boccaccio solamente, volessi tutti citare i bei modi, e i vocabolitC le locuzioni, che constituiscono la leg* giadria dello stile, come ne potrei in copia estrarre e dai Villani^ e dal Macchiavello, e dal Firenzuola, dal Gelli, dai due Buonarroti, dal Caro, e da un Ariosto, da un Nardi traduttor di Livio, dal Bartoli e da molti altri, ognuno può quindi avvedersi ch*io mi potrei spaziare in infinito.