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45o DE* COMEtTTl DEL BiAdOLl Io voglio che mi basti tanto aver detto dell* altissimo Poeta perchè a chi lo leggerà coi dottissimi e profondamente ragionati comenti del Biagioli, perverrà a intendere, e sentire, e gustare, il bello stile quanto io fo. £ qui, in gratitudine a cui mi richiamò dalla oscura selva in che io m* era smarrito, e mi mostrò la erta salita del delizioso monte, cioè air altezza di questa letteratura. Dell* amor della quale io m* affatico d* accendere ogni animo gentile, e ogni sottile ingegno, dichiarar mi conviene che, perchè io dod cominciassi lo studio di questo poeta prima de* 2Z anni, quando ebbi la buona ventura di conoscere il Biagioli, egli fu non ostante buon per me che dod l’avessi letto con altri comen-» ti; però che, in luogo di allettarti alla lettura e allo studio del Poeta, se tn vi ti senti disposto per natura, essi tei recano a fastidio con le scempiaggini loro, con le quali si son dati ad intendere di comentare, senza stile, sens* anima, e senz’ombra di Glosofia. E chi sarà mai tanto ingiusto, o poco sentito, che voglia confondere il Biagioli con tutta la torba degli altri comentatori, quando abbia pur letto e inteso 1* argomentare che fa Del secondo dell’Inferno, comiociando dal verso g4: Donna è gentil nel del ecc.? Io soa certo che Dante direbbe ancor di lui: j? solo in parte vidi il Biagioli. A voler pubblicare altri comenti sopra Dante dopo quelli del Biagioli, ci voleva proprio uno stolto trovator di sogni, qual fu colui che diede in Londra una sua edizione alcuni anni sono; il quale fece altrettanto onore a Dante in Inghilterra, quanto un traduttore di Shakespeare, che ora sta pubblicando in Padova, onora il tragico inglese in Italia e la lingua italiana!