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447 n* accorge. Perchè^ io luogo di benchè^ sta assai meglio ìd versi di questa sortCì percbà usato più rado. Chi muoife te ecc; chi ti mette in moto, chi ti fa immaginare, se il senso non ti porge materia? Ogni voce è poetica per Io modo ellittico e particolfire con cui è asata. Il senso mette T immaginazione in moto; il senso le porge la materia; idee vaghe» Poetica è la ellissi dell’oggetto 9l porgere, Muos^i lume che nel del s* informa^ Per se^ o per %H>ler che già lo scorge. Ogni verso è d’alta poesia facondo • Dante dice che qaando l’immaginazione non è mossa dal senso, la muove lume che prende suo principio e forma in cielo; ^&r se^ cioè per virtù da se mavente e quindi derivata, o per voler divino che cotal lume giù scorge e guida. Informarsi per prenderforma; scorgere per fare scorta^ cioè guidare^ sono bel-* le maniere poetiche* ^ Deir empiezza di leij che mutò forma Neir uccel che a cantar pia si diletta^ Neir immagine mia apparile l’orma. Tanta è la sublimiti de* pensieri contenuti ne* 1 8 versi che son venuto notando, che m*avea lasciato anch’io il corpo quaggiù addormentato, e m’era levato con la fantasia su, dietro al Poeta, a godermi di quello incantesmo ch’ egli porge a chi ben ode. Egli si trova ora in questo statOf in estatica visione, ove vede i funesti effetti dell’ira; e nou te lo accenna, perchè ti vuol rapir seco. Ha detto come il sole era caduto; e poi col pensier si profonda tanto, che si toglie agli oggetti esterni. Empiezza per empietà è voce più poetica» come lei per colei. L’uccello che di cantar più si diletta è l’usignuolo; e allude alla favola di Progne la qual fu dagli