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44a nello aggiudicare della bellesza di una musica, saranno quelli i quali, oltre allo avere la scienza, son forniti prioai^amente di buon timpano, usano li teatri, le brigate, e per le chiese; e hanno letto molte composizioni de* maestri eccellenti nell’arie (i); e tra costoro ancorai chi piacerà più quella delfun maestro, a chi delT altro. Passiamo alla bellezza di un monumento, il giudicar della quale è dato ad assai più pochi, in molto minor numero essendo coloro che si dilettano o studiano in architettura, che quelli che studiano o si dilettano di musica. Il duomo di Milano, al parere dei più, è uno dei più magnifici, maravigliosi monamenti che si sappiano al mondo. Io vidi tre forestieri, allora allora giunti in quella città, portatisi in fronte di quel sublime edifizio, rimanere estatici; e per un buon quarto d^ora non si poter levare da quel posto nel quale si eran piantati. Con tutto questo, a un inglese mio amico, che si dà ad intendere d’esser gran conoscitore in architettura, io udii biasimare quel monumento, perchè tutto l’edifizio è gotico, e le porte sole non sono; e poi, diceva egli, tutte quelle guglie che torreggian intorno alla chiesa, guglie di bianchissimo e rilucente lavorato marmo, dalla pianta infino al capo, e tutta quella quantità innumerabile di statue che sono sparse di qua e di là, su e giù, per tutta quella fabbrica che contiene un monte di scolture, a lui paiono una massa confusa che rocchio abbaglia; e però non gli piace. La semplicità deir interno poi, che me cattiva tanto per la imponente maestà che all’occhio appresenta la vista di cinque navate, sopportate da quattro ordini di gigantesche colonne tut* (i) In lingua, per lo contrario, ognun crede poter essere aibitro per «▼er sentito recitar ne* Uatri TAlfieri, il MeUstasio» e il Goldoni!