Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/453

4^6 te eletto, fu il glorioso esito dell* amor patrio de* Francesi in aver saputo serbare il loro idioma puro dai barbarismi, non ostante il concorso nella loro c&pitale di gente di tante nazioni. La medesima sollecitudine di conservare la purità della lingua patria si scorge negli Inglesi e ne*Tedeschi; e noi, perchè meno solleciti dello onor nazionale che gli altri saremo? SUntroducano pure le parole create a nominar cose nuove o ad esprimere nuove idee; a ciò ninno si opporre, purchè rinnovatore s’avvicini quanto può alla proprietà della lingua nostra; ma non si espellano le nostre per dar luogo a quelle degli stranieri. Quando poi alcuno voglia avere un* idea del criticismo di questo Antipurista, senta. Egli produce fra gli altri il seguente frammento d*una novella del Boccaccio: Era co* stei bellissima del corpo e del 9Ìso^ quanto alcun altra femmina fosse mai^ e gioitine, e gagliarda^ e safia pià^ che d donna per avventura non si richiedea. Dalla virgola che pone Ao^opià già si vede quanto senta avanti nel senso delle parole! Ecco la critica che vi fa sopra»„ Ognuno sa che Tiperbole è la figura piò triviale e la meno graziosa fra i tropi (intende e figure); e nondimeno essa è la più famigliare al nostro Boccaccio. Ma attenendoci precisamente a questa che abbiamo sott^occhio, chi non vede quanto essa è malamente disegnata e peggio colorita? Perchè, dopo aver detto quanto altra femmina fosse mai^ TAatore aggiunge pia che a donna non si ricfUedea^ quasi che femmina e donna non fossero una cosa medesima? Che significa nell’idea che il Boccaccio vuol presentare di questa figliuola di Tancredi Vesser giovine più che a dofma non si richiedeva? È per verità cosa del tutto nuova, che uoa