Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/429

4oa TERBI ED ESPRESSIONI SÌGNIFICAUTI STATO DI COSA Vi sono de* Terbi e delle espressioni, nelle proposizioni formate dalle qaali Vagente è una cosa; e la persona, il termine a cai tende Tidea in esso contenuta; si che Tengono ad esprimere lo stato di una cosa rispetto alla persona* Sono i seguenti. Aggradare o Essere a noia. Gravare. Aggradire* Esser caro. Increscere. Bisognare* Esser forza. Parere. Galere* Esser grave. Piacere. Convenire. Esser lecito. Riuscire» Dispiacere. Fare di mestieri o Venir a noia. Dolere. Fare mestieri. Venir fatto. I* Poi che il forestiero ha bei^uto quello che Gzi ptA^ CEf la sposa bee il rimanente. B. a. G£* increbbe di ciò che fatto avea. B. 3. Mi dispiace ctavers^elo a dire. F. 4«Le DOLEVA sì forte la testa^ che lE pareva che le si spezzasse. B* 5. Se iH}i foste letterato^ rt coNyEEEEBBE dire certe orazioni che io s^i darei scritte. B. 6. A me sarebbe star to carissimo che altri osasse dato cominciamento a casi scelta materia; ma poichè egli r* aggrada eh io sia primo ^ io il farò wlontieri.B. 7. Perchè mio marito non ci sia^ il che forte MI GRAVAi io saprò hen^ secondo donna^ farvi an pò* co tTonore. B* 8. Non ve ne caglìa^^ no; io so quel ch’io mi fo. B* In tutti questi esempj è un Terbo il cui agente è^una cosa che adopera sua forza^ virtù, o essenza, sopra una persona; e questa rappresenta il punto al quale tende T idea compresa nel verbo; donde le proposizioni contenute ne* citali esempj si formano di questa cosa, che è Tagente del Terbo, e d’un