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393 trapposto a quel cK io son per dire^ cioè cK egli era; lo presentemente wrrei essere allora stato ecc« DELL* iKFIIf ITO !• Essi non si vergognano che altri sappia loro esser gottosi. B. a* Credonsi che altri non conosca le vigilie do^ FER rendere gli uomini pallidi*B. 3* Udendo la voce^ e nel viso vedendolo^ riconobbe lui essere colui che l’aveva sì benignamente ricevuto^ B. 4* Infra il marzo e il prossimo luglio f oltre a cento mila creature umane si crede essere state di vita tolte nella città di Firenze. B. 5» Vedendosi RUBARE da costui^ e ora tenersi a parole in coiai maniera^ volto il cavallo^ prese il cammino verso Torrennieri. B. 6. Udendo lui wiersì e jìccusjìre la donna che avvelenato l’avesse. B. 7. // fante di Rinaldo^ vedendo il suo signore AssjURE^ niuna cosa per lui adoperò. B. La maniera latina che si scorge ne’ primi quattro esempj di adoperare ToggettOi facendolo governare l’infinito, in luogo deir agente che regga l’indicativo 9 si truova spesso ne* migliori autori) e consiglio Tusarla a coloro che hanno già acquistato buon gusto nello stile % e per variare le locuzioni, e per togliere di quando io quando li che i. quali sempre di troppo abbondano in questa lingua. Dunque le espressioni loro esser gottosi^ le vigilie dover rende» re, lui essere colui^ si crede essere siate ^ stanno in luogo di che essi sono gottosi, che le vigilie debbon rendere ^ che egli era colui ^ si crede che siano state. Nel quinto non si potrebbe dire, vedendo che egli era rubato e tenuto, per essere i due verbi retti dalla medesima persona; vedi quel che si disse a carte 386. intorno all’ottavo esempio; ben li direbbci facendo uso di due agenti diversi, egli vedendo