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333 dare^ da ahhominare o ad abboininare^ avere egual valore, ed essere parimente buone. E per tal modo s avrebbe anche a poter dire: una cosa esser piacevole ad ascoltare, o piacerle da ascoltare^ marauigliosa da udire o a udire; e queste preposizioni, a tal convegno 9 non sarian altro che vezsi, comesi soglion chiamare tante altre particelle da coloro che non conoscono la virtù di esse • Il Perticar! non à il solo che confonda queste due espressioni; il Monti dic&s Di ciò neppur è a stupirsi; e il Giordani; C/ie non siamo soli noi a compiangersi* Dovean dire da stupirsi^ da com-* piangere. Nella Proposta, voi. 4iP3g* i33, il Perticati cita questo esempio del Boccaccio: Sono pia tosto a dire asini nella bruttura di tutta la cattività^ ecc. G. i • N. 8. ma questo a direy qui, a me riesce nuovo; e in tutte le edizioni che io ho veduto è da dire. Per chi dubitasse di un solo esempio, eccone due altri del Ferticari: E del presente secolo non è a disputare nè a chiedere se ora scriva bene chi è be^ ne addottrinatOm Perchè siccome non è a credere che sia at^ te a fare oro ed argento ecc. Convien bene, o giovani che alla gloria dello scrivere aspirar volete, che io vi mostri gli errori di tali uomini, tutelo che e* siano stati de* primi motori del ristoriaimento della purità della lingua, perchè possiate toccar con mano clie la grammatica che noi abbiamo chiamata filosofica, pu& giovare anche a coloro che han piena la memoria dello stile di quanti mai buoni scrittori siano stati in Italia. E fabissimo è quel dire del Grassi, del quale fan pessimo uso gli ignoranti, che una cantica delf Alighieri^ epoche pagine è, andando dietro a lui; cioè, egli essendo primo e io secondo a lui nella detta opinionet