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Abbiam detto che, quando il caso espresso dalla congiunzione se è seguito da una proposizione in modo condizionale, il primo verbo si mette in congiuntivo; il che appare dal primo esempio. Questa è regola ferma, quando si parla del tempo avvenire, cioè quando il condizionale è espresso in forma semplice, io darei; ma quando si parla di tempo passato, che il condizionale è composto, egli sarebbe caduto, allora si può, in vece di far uso del congiuntivo per l’uno verbo,e del condizionale per l’altro, metterli ambedue nello imperfetto dell’indicativo, e dire, Se egli non si atteneva bene, egli cadeva in fin nel fondo del pozzo; come mostra il 3. esempio, il quale, viceversa 1, si può esprimere: Se io avessi fatto il debito mio, questo non mi sarebbe intervenuto. La congiunzione se è qualche volta intesa a significare la seguente idea, nel caso che, come avvenne; quindi, qualunque volta il caso accennato dalla congiunzione se sia realmente avvenuto, si debbe usare l’imperfetto dell’indicativo per tutti e due i verbi; e non vi può aver luogo nè il congiuntivo nè il condizionale. Questo si pruova con gli esempj quarto e quinto.

I. E se tu mai nel dolce mondo regge, Dimmi perchè quel popolo ecc. D.2. Deh, se riposi mai vostra semenza, Prega’ io lui, solvetemi quel nodo ecc.

Il concetto compreso in queste maniere di augurio adoperate da’ poeti, e specialmente da Dante, è: Se io desidero che tu.. in contraccambio dimmi ecc. Deh, se io desidero che riposi. ..in contraccambio solvetemi ecc.

  1. Viceversa è latina, composto di versa vice, voltata vicenda, cioè per lo contrario