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TOTe.R0hbellire e non tormentare dovea dire. £ altrove par^ landò di csperienssie, dice: Né svuoisi per ciò pittarle o na-^ sconderle j , come inutìU ^ e non degne di coniar ire. Ma gaanto meglio: Né voglionsi per ciò gitiare e nascondere ! I » j^tr amico dee F uomo raccontare il suo difetto se* gretamente. D. a. Sono alquanti che svogliono che F uomo gli tenga dicitori. D. 3« È dolce il pianto pia di altri non crede. P. Quando si profferisce una senteozai la costruzione pri- mitiva originale è quella che più conviene alla graviti del- la espressione; quindi, in questi esempj, in luogo di alfa-* mica si dee sono alquanti che sogliono esser tenuti^ non si crede ^ s*è detto Vuomo dee pogliono che Fuomo gli ten* gai altri non crede. I • Se adunque si considererà tutti i progressi del Du" ca, si vedrà che si sono fatti ecc» IML 2. Come^ per V -autor rità de"" Romani . m • si debbo stimare pia le fanterie che icwalli. M«  L^agente del verbo considererà^ nel primo esempio, e di debbe^ nel secondo, essendo i progressi e le fanterie , nomi plorali, i verbi ancora dovrebbero essere in plurale, e si avrebbe a dire considereranno e debbono. Da qualche e- sempio che si truova qua e là negli autóri, hanno preso mo- tivo alcuni di dire che Taccprdo deiragente col verbo non sia necessario nella forma passiva* Si potrebbe ben dar qualche ragione di questa licenza col supporre che le parole, per e- sempio, tutti i progressi del Duca^ facciano un tutto che reg- ga il verbo considererà^ ma in tal modo si potrebbero vio- lare tutte le leggi della grammatica. Io dirò piii tosto che,, essendo in questecostruzioni passive l’agente del verbo posto