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^i8 un dativo* La supposta forma originale dei tre esempj è , nel i.non crederanno a te, nel a. come gli avevano ordinato^ nel 3. fa quel che ti dicono ; nelle quali espressioni Tagen- te sottinteso è gli uomini. La prima costruzione passiva è quella degli esempj; la seconda sarebbe» non si crederà a mei come gli si era ordinato^ fa quel che ti si dice. Tutte e tre queste forme si adoperan col verbo che ha un dativo sot- to di se; ma quella degli esempj, cioè deirausiliario ei^ere col participio, è la più usata. I* La natura vuole che ordinatamente sr proceda nella nostra conoscenza. D* 3» Die notte ci si luiyoRjiJh. 3. £ il vero che ^ così come nelle altre cose^ è in questa da riguardare e il tempo^ e il luogo^ e con cui si r^rEZui.B* 4i Quanto pia si paela di Scipione Africano , tanto più resta in sua laude da parlare* B* 5. Vassi in Sanleo^ /?/- SCENDESi in Noli^ MONTASI SU Bismantova in cacume. . • D. 6. Malagevolmente si può da noi conoscere quello che PER NOI si faccia. B. Le proposizioni che si fondano sopra un verbo che non ammette oggetto , quali sono nei citati esempj proce^ derCf favellare f parlare^ ecc; sono quelle che meno si pos- sono accostare ali* idea originale; per la ragione che« non essendo oggetto nella forma primiera, per esempio in la na- tura vuole che noi procediamo , non ha piiì luogo la prima transizione; e, nella seconda, manca la parola che governa il verbo , per esser compresa nel verbo medesimo. Nondi- meno non è da dubitare che s* introducesse la forma passi- va con la particella si in questi verbi solo ad imitazione de- gli altri, senza piik retrocedere alla origine che Taveva fatta nascere. Quindi non si pu& con questi verbi usare la prima