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Chiamo ciò pronome per analogia d'azione ch’egli ha con esso. Questo vocabolo non può rappresentare una cosa sola particolare e determinata; egli ricorda il soggetto del discorso prenominato; onde non sta per lo nome, ma per la proposizione. Nella proposizione Non lo lasciar divorare dagli uccelli, salvo se egli IL comandasse, il pronome il, rappresentante l'oggetto di comandasse, comprende tutto il primo membro della proposîzione; in questa, Non c'è nessuno che VI pensi, il pronome vi rappresentante il dativo, comprende una proposizione precedente, ed equivale ad a questa cosa; nella seguente, Se egli sapesse ch'io mi fossi innamorata di voi, io son certa che la gente me NE riputerebbe matta, il pronome ne qualificante si riferisce a tutta la prima parte della proposizione, e corrisponde a di questa cosa; dunque, di questi pronomi che stanno in luogo d'una proposizione, resta a conoscere l'agente, che è ciò, il quale nulladimeno si usa in tutti i casi; perciò che, come abbiamo veduto, per le persone lui, lei, e loro, e per le cose, esso ed essa, quello e quella (vedi a carte 145), essere usati a dar forza all'oggetto o al dativo; così, a rappresentare una proposizione, si adopera ciò qual pronome di maggior valore. Il terzo esempio è dato a dimostrare che questo ufficio si può fare anche per l'aggettivo quello. Il primo quello rappresenta la proposizione manifestar lo concetto umano; il secondo, il nome sermone. Da queste specificazioni dei diversi pronomi si scorgerà di quanta importanza sia il definire ogni parola, l'analizzare la proposizione, come si mostrerà con un esempio alla fine di quest'opera.