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3o4 qaalitiki una distinzione; e quindi traggo quali/tcare e qiia^ lìflcojnte. Ora, avendo premesso che la preposizione di con un nome vai quanto un aggettivo, come anima (Tuomo^ ani^ ma umana^ per analogia deiruflicio che fa Paggellivo, e di quello che si fa per la preposizione <// e il nome, chiamo talvolta qualificare e qualificante quello che, ragionando deir articolo, denominai determinare e determinante. Nel caso degli allegati esempj le espressioni di colui j di colei^ di costoro^ sono bene determinanti de*nomi consiglio^ gri^ do^e amore; e a qualificarli si direbbe consiglio buono^ gri^ do altOf amore fervente; ma, in virtù della predetta analo"- gia è lecito chiamare quelle espressioni qualificanti. Alla origine dunque deVocaboli si vuole aver riguardo ; perciò che, come abbiamo dimostrato a carte 107, d'una idea in un*altra travalicando, lasciando orPuna or Taltra proprietli , e prendendone delle accessorie , essi cambiano natura sì , che un'idea incerta venga ad esprimere quel vocabolo che suona certezza (i)« In quanto poi a determinare e determi-- nante , queste voci in vero più si convengono alla proprietà dello aggettivo, qualora sia accompagnato dall'articolo; che il dire per buono consiglio non è determinare, cioè porre un termine alla capaciti del nome; ma sì sarà determinato di- cendo , per lo buono consiglio wstro. Questa digressione è intesa a dimostrare che, oltrepassando i giusti termini della raiBnatezza nel ragionare, V ingegno si smarrisce in vanità, in pedanterie; che tanto vale quanto rimanere nella ignoran- za. Il mio intento tutto mira a stenebrare gV ingegni, e non (i) 0/1 ne pwt renare raùon d$$ mot» dice Du Marsais ^ue par U connoisiance de leur première originet et de Vécart qt/^ un mot a Jait de sa premiere signification, et de son premier tuage»

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