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»9«  testa ad Emilia^ postosi (dotine petruzze in bocùa^ se la trasse di tasca^ ponendo testa^bocca^ e tasca^ senza articolo, ft cagione del dativo che dimostra e determina a chi qaesti nomi si riferispono* I. Ualira si è una pietra^ la quale noi altri lapidar) (falliamo elitropia. B. a. Io so che chi pi mangia spesso^ vi Sventa pia largo che lungo ; pongasi mente arnese mi Si pare. F. Il pronome si^ posto in principio del primo esempio sta per in le; il qual senso porta in simili espressioni; doò guello che io id ho a- dire si è; quello di che io 9Ì ho apre^ gare si è, ecd In queste , nondimeno^ il pronome si può to* gliere e mettere come si vuole ; ma nel secondo caso, di- cendo se mi pare^ qaella frase cambierebbe il senso ; perchè il concetto ivi compreso è, se pare se^ se fa parer se in mei cioè se si mostra in me* L^aggettivo altrif qoale è usato nel soprapposto esem- pio, si usa spesso, nel parlare, a dimostrare differenza di qualche cosa; come di professione 9 setta, paese ecc; tra la classe delle persone a cui appartiene chi parla, e quella cui appartiene chi ode; e quindi Tidea espressa da altri è, la quale noi lapidarj^ altri uomini che poi non siete , cioè di professione differente ^ appelliamo elitropia* Così direbbe on pittore a uno scultore noi altri pittori ; un romano a un milanese noi altri romani ; un italiano a un francese ; noi altri italiani. DE* TKBBl CHE HANRO IL PEOVOBtB Si Pia AFFISSO (l) I. Ta^perchL io nC adiri ^ non sbìgottìr^ eh* io w/i- oerò la prova. D. 2. AUor vid" io MAibiFiGtiAR Firgilio. D. (1) Temiiie che si dà a qocslo ptonoiac aUor dio é einalo fiuo alio iniiiiilo di ona specie di verbi particolare.