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i47 applica a cose sensibili, libero è alla fantasia di rappresen- tarle a suo piacere^ vicine o lontane. CAP. XIV. DEGLI AGGETTIVI E PRONOMI CONGIUNTIVI Che , quale , chi , e cui. Dallo ufficio che fanno le parole io traggo lor deno- minazione : Io W dirò quello che io ho fatto. In questa pro- posizione che fa la voce che posta intra quello e io ? Ser- ve a congiungere i due membri della proposizione; onde io ho nominato qnei vocaboli congiuntivi. Che e quale^ quel- lo esprimente mo^o, questo, qualità^ dico essere aggettivi e non pronomi, perchè possono portare il nome con se; che uo-’ mo^qualdonnai il qoal nome non reggono chi e cid^ perciò li nomino pronomi. Veramente Y ufficio di congiungere noi fanno quando son posti in capo della proposizione; in quel caso sì possono appellare per nomi di modo e qualità^ co- me vaol Dante: Pensando l* alto effetto eh* uscir dovea di lui^ e V chi e 7 quale. Pure per coniprenderli tutti sotto la medesima denominazione li diremo tutti congiuntivi. Achia^ marli relativi^ come fecero i più| non consento, perchè tut- ti i pronomi sono relativi , cioè si riferiscono alla cosa che essi rappresentano. DELL* AG6KTTIVÒ COSGIUIITIVO CifE I • Quasi niuno era che non sapesse chi fosse* B. a. Non rifiutate la grazia che Iddio vi manda. B» 3. Questo è Vuo^ Mo di CHE vi ho parlato. B. 4- Comandò che da ciascuno