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ii5 L’idea compresa negli aggelli?i niuno^ nessuno^ ve^ runOf è non uno^ non pur uno ; onde il pluralizzare tali parole è un distruggere T idea stessa cui esse sono intese ad esprimere. Pure il vocabolo alcuno sdegna la negazione nel plurale; però non dubito di afiermare essere soleci- smo quel niuni che ci fornisce il Davanzati nel terzo e- sempio . I. Andiamcene qui nella capanna che non ci s^ien mai peksonjì B. 2. //s d2 di festa non risarà persona che ci s^egga. B. 3, Io mi viuo in su tentrate^ e non fo nul-* la^ e non attèndo a stato. G. 4* Quésta proprietade ha la grammatica^ chopper la sua infinitade^ i raggi della ragio" ne in quella non si terminano in parte. D* Il vocabolo persona è di frequente adoperato dai clas* sici nel senso di niuno^ nessuno^ la sola differenza è che a questi aggettivi si sottintende il nome; e a quel nome è sot- tinteso r aggettivo niuna o alcuna^ ma si usa nel singola- re solo. Non è però da farne scialacquo , per essere cosi maniera francese. Medesimamente, ne* due ultimi esempj a* nomi stato e parte si sottintendono i loro aggettivi a/cei* no e edcuna* CIASCUNO B OGNUNO I • CiAScaiTA cosa^ da provvidenza di propria natUf ra incinta , è inclinabile alla sua perfezione*. D. 2. Così detto^ licenziò ciascuno. B. Z.Ma che fo io adesso qui? che aspetto ? che la cosa si scuopra^ e che mi sieno tolte que-^ Ite cose^ e datomici sopra un monte di bastonate P E sai se OGNUN direbbez ben lista* F. Benché paia che ciascuna cosa sia equivalente di ogni cosa, io giudico che questa espressione si avvicini di più al