Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/139

tezza della ooslra favella; e i giovani così avvezzi non san- no poi più scrivere un vocabolo che non V appautellino , quasi da se non si potesse reggere , con un del^ nn della , o un delle; e cosi via via, anche nel resto; senza fine i barba- rismi, gli errori, due lingue e nessuna, tutto confusbue ! I • Pianger senti" fra 7 sonno i miei figliuoli , e di- mandar DEL pane* D. 2. Dateci del cacio , e delle frut" te, e sopra tutto buon vino* F* In questi esempj similmente il complemento degli og- getti del pane ^ del cacio j e delle fmttey è alcuna porzione^ il quale in simili espressioni dair uso è stato frodato; e quan- do si voglia reintegrare Tordine delle parole, bisogna risa- lire a quella origine che questi idiotismi si possono avere avuta , come per esempio, domandar alcuna porzione del cibo pane; datecialcuna porzione del cibo cado e dellepro- duzioni frutte ( perchè si supplisca cibo e produzioni vedi la teorica dell* articolo a carte 5:i ); poi si ridussero a quei che sono; in modo che ora, con quei nomi che si adopera- no per lo più nel singolare solo, come salsa^ i^ino^ pàne^ acqua^ sale^ grano ^ pesce j ecc., quando si voglia esprimere alcuna porzione, si fa oso della preposizione di e dell* arti- colo. Nel secondo esempio buon pino sta senza articolo e preposizione, perchè chi parla intende solo ad esprimere la qualitìi della cosa e non quantilà. » KIUNO, NESSUNO, NULLO, E NIÈNTE !• NiUNO di voi sia ardito di toccarmi. B. 2Ì Nuiu cosa mi ha fatto tenere il mio amore nascoso^ quanto ecc. B« 3. Non ci ha mandata candela nwna B* 4» Io non ne VO dir NIENTE. B,