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83 lo fra le mani dello stampatore, mi vieoe da un mio ami*’ co ricordato che io voglia porre qui un cenno, e far sen- tire , se possìbile è, la virtù di quelli e la differenza dei concetti che esprimono. Per lo brieve tempo adunqne che mi è dato, toccherò alquanto quegli aggettivi solamen* te che più mi paion fornire materia di ragionare • I • Amabìu donne ^ come in noi è la pietà commenda^ ta , così ancora ecc. B. 3. Di che assai dolore e inestìm ab- bile sentii^. B. 3. E quando fur ne cardini distorti Gli spigoli di quella regge sacra , Che di metallo san sonan- ti e forti. D. 4* Temendo de freddi sdenti , e più delle i^elenose e mordenti flere^ sopra urC altissima quercia 5* ingegnò di salire. B* S. Messer Negro che antico era oramai^ e uomo di natura benigno e AMORErots^ ecc. B. 6. E con queste sue wstNCUEVott parole gli presentò la cinghialina testa. B« 7. JFìir i biondi capelli allor i^ela- ti^e r AMOROSO sguardo in se raccolto. P.8. Piouonnù ama- re lagrime dal viso^ con un vento angoscioso di sospiri. ?• Qui son notati aggettivi di quattro terminazioni, in abile^ in ante o ente^ io evole^ e in oso due de* quali so- no traiti da* verbi e due dai nomi; onde quelli esprimo- no azione e questi qualità. La desinenza in abile disegna capacità, nella persona nell’ oggetto al quale è apposto r aggettivo, di quella cosa che constituisce V azion del ver- bo; e ciò è espresso chiaramente per la desinenza mede- sima. Dico che li due aggettivi amabili e inestimabile del primo e secondo esempio son tolti dai verbi amare e sti- mare-^ che amore e stima son le cose donde si formano questi due verbi; e che quegli aggiunti dinotano le don- ne e // dolore in quegli esempj nominati « abbienti o ve*