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79 moéh. Il formare di quando in quando gli aggettivi col ver- bo agente, alla latina, è leggiadra maniera, e innalza lo stile. Id luogo di dire : La lingua che si scrife e’ quella che si parla son due cose di^ferse^ si usa ripetere V ag- getlivo alirOf a guisa del quinto esempio, cosi per questa come per ogni altra cosa; ed è bella locuzione particolar- mente italiana; bensì derivante dal latino. I. Il mandarlo fucri di casa nostra così infermo sa- rehbe manifesto segno di poco senno. B* a. Io ti farò fare ma certa hes^anda stillata molto buona e molto piacevole a bere^ B. 3» Sciocche lamentarne son queste e procedenti àa poca considerazione. B. 4* Tolga il cielo che tanta w7- ià in romano spirito albergar possa giammai, B. 5. Era al^ loraper awerUura una poi^era femminetta alla marina, B» 6. Ogni cosa era seminata dCerbucce odorose e di be’ fiori, i]é Napoli è una città antichissima^ e forse così dilette^ volecome alcuna altra in Ita lia.’B. S, Nel me zzo era un pra- to di minutissima erbuj dipinto di mille {Varietà di fiori. B. . Per fare un cenno del luogo che deve tener Tagget* tÌTo rispetto al nome, cioè se prima o dopo, con ciò sia che il Toler dar ragione di tutti i casi che si presentano nella nostra lingua, richiederebbe spaziarsi in infinito , mi ri- stringerò ad alcune osservazioni sópra li precedenti esem- pi- Nel primo l’aggettivo manifesto che sta avanti al no- QK segnoy starebbe bene egualmente dopo, e solo si ver- rebbe a dar alquanta maggior forza ali* aggettivo. Posto il nome dopo V aggettivo , quello porta la enfasi; met- tendo questo dopo e il nome avanti , la enfasi viene a ca- liere sopra r aggettivo. Cosi il precedente aggettivo nostra si potrebbe mettere avanti a casa^ purché vi si apponesse