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L* aggettivo che termina in o« muta T o in a quando qualifica un nome femminino; Taggettivo che termina in e serve per ambedue i generi; perciò quello ha due termina- sioni nel plurale^ costumi idonei , sciocche lamentanze e qaesio una sola, costumi laudabili^ lamentanze procederi'» ti. Il metodo di formare il plurale degli aggettivi terminan- ti in CO9 go, cio% gio, è quello medesimo posto a carte 35^ per li nomi. I. Questa notte farà pia jfuesco^ e dormirai meglio. B. 3. Uscite^ roRTE gridò , qui è f entrata. D« 3. Questa sarà belLjA F. ^. I costumi e le usanze degli uomini gros^^ si gli erano più a grado che le cìttadìne. B. 5« Ed un che avea tana e Poltra manMOZZji. B. 6. Chi facesse le ma^ cinif SELLE E PATTE^ legare in anella, eportassele al soldar no, n as^rehbe ciò che H>lesse* B. ^. Avocano il giogo bel- lo E scosso f se la prosperità non li faceva trascurati. Dav. Spesso si adopera V aggettivo senza il nome, e in quel caso r aggettivo s* accorda col nome sottinteso* Nel primp esempio si sottintende tempo ; nel secondo con H)ce^ nel terzo bcda* là aggettivo forte nnlladimeno si può classifica- re tra gli avverbj, come vedremo* Se un aggettivo qualifica dae nomi, come nel quarto esempio costumi e usanze da dUùdine^ T aggettivo s' accorda col secondo nel genere e nel numero. Se li due noqii sono in singolare, e dello stesso genere, T aggettivo si pino mettere parimente in singolare, come nel quinto esempio, o pure nel plurale dicendo ayea Vuna e Vakra man mozze; ma se i nomi non sono dello stes- so genere, V aggettivo più volentier s' accorda col piò vicino, a^«a una mano e il naso tronco. Alcuni aggettivi, quali so- no grande^ bello^ san^o^ ttno, alcuno^ signore^ si ironcano