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e costringermi ad una sua strana volontá, non mai combinabile né colla circostanza né col mio potere, come si vedrá, mi pregò ad ascoltarlo e a non mai interrompere il suo ragionamento.

Mi contentai di promettergli ciò con un abbassare di capo semplicemente, per ridurre la faccenda a brevitá; e perché scorgeva negli occhi suoi scintillanti e gonfi un Demostene mal disposto e un torrente d’eloquenza che stava per scaturire, pronosticai della siccitá a’ miei poveri genitali di ciò che per molti altri genitali sarebbe forse stato un delizioso confortativo. Ero tuttavia un paziente curioso d’udire a qual sostanza riuscisse il suo ragionamento.

— Non è il momento questo — diss’egli — di cercare se nel personaggio di don Adone della sua commedia, che certamente non è il mio carattere, Ella però abbia studiato di voler in quello malignare la mia persona.

Sentendomi tócco in sul vivo da un mal impresso, pertinace nella sua opinione offensiva fissata in lui da una cieca fede prestata a un’attrice teatrale, mi scossi alquanto dicendogli con una civile serietá: — Si ricordi, signore, ch’Ella m’ha pregato a non mai interrompere il suo discorso. Mi duole assai di vederla imbrogliata in un argomento di vergogna non meno per lei che per me mercé alle direzioni da lei tenute.

Fremendo egli internamente ma sforzandosi ad una calma affettata, proseguí a versare il tinaccio della sua facondia sul proposito de’ casi suoi e della mia commedia, ch’egli volle considerar sempre «commedia vendicativa», somigliando a quella femmina la quale ostinatamente diceva ogni momento «pidocchioso» al marito, e che gettata in un pozzo da quello, stanco di soffrire una tal ingiuria, affogando ella sott’acqua, innalzava sopra l’acqua le mani unendo l’ugne delle due dita colle quali si schiacciano i pidocchi, per dirgli «pidocchioso» insino nel momento dello spirare.

Per far giustizia alla robustezza de’ polmoni del signor Pietro Antonio Gratarol devo fare la testimonianza in di lui favore che il suo arringo sorpassò una grossa ora di tempo. Arringo di verbositá gettato all’aria non per una mia mala volontá, ma