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46 memorie inutili

col Gratarol, né per la di lei né per l’opinione di molti a’ quali l’ha fatta leggere, per un pettegolo maligno uffizio d’una frasca e per una sciocca credulitá di quel signore non era giusto che fosse trattenuto da una fanatica violenza un divertimento conosciuto innocente, licenziato con gli ordini legali e sacri, atteso dal pubblico, e un utile a delle povere genti; che il donare una rappresentazione a de’ comici era la stessa cosa che averla donata al pubblico sopra cui i soli tribunali comandano; ch’io non aveva piú arbitrio alcuno sopra al dramma donato; che tuttavia il manoscritto sarebbe nuovamente passato sotto il dovuto novello esame del grave tribunale d’ispezione in obbedienza della nuova chiamata e che dipenderebbe da’ comandi di quello.

Ognuno potrá agevolmente vedere ch’io non poteva che ristringermi nelle spalle ed ammutolire a quella risposta.

Mi contentai di esagerare nuovamente le mie previsioni col fratello sulla illusione giá consolidata da’ discorsi; illusione che sarebbe forse coltivata da’ nimici del Gratarol e dalla maliziosa venale aviditá de’ commedianti che si vedevano favoriti. — Il Gratarol — aggiunsi al fratello, — quanto piú sará protetta e sostenuta la innocenza dell’opera mia da’ Grandi in puntiglio, tanto piú terrá sempre l’occhio verso me solo, considererá me solo l’oggetto della sua disgrazia, e sarò sempre io solo il bersaglio del suo cervello rovente e delle sue stravaganze. Ecco il frutto ch’io colgerò da un favore ch’io supplichevole chiedo di non avere e che mi si vuol fare a forza in quest’argomento, non so se a riguardo mio, a riguardo de’ commedianti o di qualche capriccio.

Trascorsi che furono alquanti giorni dopo tenuto il ragionamento con mio fratello, mi vidi comparire a fronte il signor Francesco Agazi segretario notaio revisore al magistrato sopra la bestemmia. Egli era togato e mi disse in un tuono serio e magistrale: — Lei ha donata una commedia che ha per titolo: Le droghe d’amore alla compagnia del capocomico Sacchi. Quella commedia fu letta, esaminata e licenziata per il teatro in San Salvatore dal magistrato a cui servo. La commedia è licenziata e deve entrare nel teatro. Lei non ha piú alcun arbitrio. Si ricordi