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parte seconda - capitolo xxviii 31

assegnata al comico Vitalba; — Ardemia, dama semplice in apparenza ma accorta in sostanza, amante del gran cancelliere, costretta per buon cuore a dover tormentare l’amante di gelosia, di carattere flemmatico — parte d’episodio da me assegnata all’attrice Chiara Benedetti; — Lisa, damigella della contessa di Nola, zelante e correttrice indefessa delle stravaganze della padrona — parte d’episodio da me assegnata alla comica Angela Vitalba; — Garbo, staffiere del duca, uomo faceto e satirico — parte d’episodio da me assegnata al comico Agostino Fiorilli; — e qualche altro personaggio di poco interesse erano gl’interlocutori che giuocavano l’ideata e composta opera mia infelice.

Giunto che fui colla mia lunga noiosa lettura alla sedicesima scena dell’atto primo, nella qual scena esce per la prima volta don Adone cugino del duca, la Ricci che m’era appresso cominciò a fare de’ contorcimenti, come se quel carattere ch’ella aveva udito nel mio dramma da piú d’un anno, riuscisse allora un oggetto nuovo e di sorpresa per lei.

A misura ch’io m’inoltrava con la mia lettura nelle scene di quel carattere d’episodio e che ha pochissima parte nel dramma, ella accresceva le sue notabili smanie, le quali incominciavano a disturbarmi.

Avend’io letto a lei da piú d’un anno sino alla metá del terzo ed ultimo atto, dopo la qual metá quel carattere non ha piú influenza col dramma, avend’ella approvata e lodata l’opera, anzi avendomi stimolato a terminarla, cosí non poteva indovinare qual grillo le saltellasse per il cervello. Giudicai ch’ella avesse una di quelle naturali occorrenze da cui potesse agevolmente sollevarsi; ma siccome ad ogni uscita del don Adone la mia lettura la faceva divincolare e borbottare tra denti in un modo che, aggiunto al tedio ch’io provava in quella lettura, m’infastidiva soverchiamente, non potei trattenermi di volgermi a lei dicendo con tutta la calma: — Ma, signora, è Ella forse annoiata piú di me di questa lettura? — Ella mi rispose soltanto con un contegno di sostenutezza e volgendosi da un’altra parte: — Eh! niente, niente.

Seguendo la mia lettura, ad ogni parola di quel don Adone il fremere della Ricci era tanto caricato e disturbatore che, tra