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parte seconda - capitolo xxvii 27

però tacermi che non era possibile il trattenere ascoltatori ad una cosí enorme lunghezza.

Rinnovellai le mie difficoltá, le mie preghiere e le mie minacce a quel capocomico perché non esponesse quell’opera; ma quello, animato dal suo bisogno e dalle comiche lusinghe, non fece altro che deridere le mie parole ch’egli chiamava modestie fuor di proposito.

Nella lunga serie di letture passate per il corso d’un anno sotto le orecchie e sotto agli occhi di tanti ascoltatori, della Ricci medesima, di tanti lettori, de’ saggi revisori, giammai passò per la mente a nessuno che nel mio dramma, composto di otto caratteri universalissimi, io abbia avuta quella maligna intenzione, che certamente non ebbi, di porre in iscena il signor Gratarol in uno di que’ caratteri ch’è un semplice episodio d’un carattere piú universale di tutti gli altri, spezialmente nella leggerezza de’ costumi dell’etá nostra in cui troviamo ad ogni passo degli originali di quella specie.

Giammai si trattò di esporre o di non esporre in un pubblico teatro quel dramma riguardo a una inonesta insidia verso quel signore ch’io conosceva appena di veduta, ma soltanto riguardo alle fischiate che potevano essere a me dirette per la infelicitá dell’opera mia e per la lunghezza senza esempio di quella.

Se però da tanti lettori, ascoltatori e revisori di quel tempo non fosse stato rilevato per cecitá un spregevole mio tentativo, credo un dovere il pubblicare colle stampe unito a queste Memorie il mio dramma: Le droghe d’amore, perché il mondo intero, anche prevenuto ora, possa giudicare se i miei lettori, ascoltatori e revisori sieno stati ciechi a considerare il carattere in contesa universalissimo e a non entrare per lo meno in sospetto d’una mia intenzione maligna, di che fui, sono e sarò sempre incapace.

Non si creda perciò ch’io voglia inferire che il Gratarol non sia stato in iscena nel dramma medesimo. Egli lo fu certamente, ma lo fu per i suoi passi falsi e imprudenti che, imbevuto da una comica vendicativa e crucciosa verso di me, per quanto ho narrato, si mosse egli a fare per impedire l’entrata in teatro di