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parte seconda - capitolo xxvi 23

e come quel signore prestando fede e favorendo la arrischiata vendicativa imprudenza della sua piú nimica che amica, riscaldato il cervello contro di me e contro la innocente opera mia, con una concatenazione pertinace di passi falsi, di contrattempi e di bestialitá, aizzando i suoi nimici, cozzando con chi è malagevole il cozzare, risvegliando la venale malizia comica inurbanissima e destando un’illusione inestinguibile nel pubblico, fece divenire corpo solido un’ombra semplice e soggiacque ad una sciagura che quanto fu dolorosa all’animo suo altrettanto trafisse l’animo mio.