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278 memorie inutili

sul costume universale oggidí tra noi introdotto; e che la parte d’episodio del don Adone, che serví alla vostra attrice, sdegnosa con me, a far saltellare i grilli della vostra zucca orgogliosa, non può da nessuno essere considerata una satira personale direttamente relativa al vostro carattere, ch’io non conosceva quando composi l’atto primo, secondo e maggior parte del terzo ed ultimo della mia commedia, ma che da’ giusti e giudiziosi può soltanto essere considerata il carattere di forse ventimila giovinastri leggeri che infettano d’una falsa e perniziosa morale le nostre famiglie.

Se l’urbanitá non me lo proibisse, mi sarebbe agevole l’additarvi piú di mille di cotesti giovinastri guastatori di teste in Venezia, e se per sorte voi aveste qualche somiglianza con essi, incolpatemi se la coscienza ve lo permette.

Le vostre follie, i vostri strattagemmi, le vostre stravaganze, le vostre cervicositá, le vostre millanterie, la vostra superbia e la vostra Narrazione apologetica m’hanno fornito ora perfettamente di cognizioni del vostro carattere; e se avessi in me la indiscreta abborribile volontá di comporre una commedia prendendo il vostro carattere per principale e quello de’ vostri fautori per episodi, potrei e saprei comporla mirabilmente, rendendo voi e i vostri fautori non solo ridicoli ma l’odio di tutte le nazioni. Tutte le prove appoggiate alla pura veritá, ch’io non ebbi intenzione di esporre il vostro carattere alle pubbliche risa in un teatro nel carattere d’episodio del don Adone, sono superflue. Voi medesimo l’averete confessato nella pagina 23 del vostro obbrobrioso fenomeno: Narrazione apologetica, colle seguenti parole: «Quanto poi al carattere nel quale s’aveva a prefiggersi che l’autore m’avesse preso di mira, trovai in fatto di veritá, ad eccezione di qualche sentimento ch’è cosí mio come lo è di infiniti altri uomini, essere egli cosí distante dal carattere mio proprio e in natura e in costume e in accidenti, come è l’asino dal cavallo».

Voi confessate due cose opposte all’accusa che mi date e alla colpa che in me volete. — Il carattere del don Adone non era il vostro. — Dunque perché urlate ch’io vi ho posto nella mia