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266 memorie inutili

nelle cui mani stava la sorte vostra e la vostra brama d’uffizi luminosi? La vostra ambizione, il vostro orgoglio, il vostro amor proprio e il vostro irascibile non sono capaci di questo sforzo. Vi fuggirono dalla vostra imprudente gola in Venezia. I referendari non mancano. Volarono agli orecchi degli enti dominatori. Tremo per voi. Sommate il numero de’ vostri nimici.

Siate però certo ch’io condannerò sempre alcuni de’ possenti nimici vostri, i quali non paghi di perseguitarvi nelle vostre oneste dimande, lasciarono trascorrere il cruccio e lo sdegno loro contro voi sino alla indecentissima crudeltá di esporvi e di volervi esposto per nove o dieci sere ad un abbominevole martirio delle pubbliche risa sopra una scena, per mortificarvi, per punirvi o per vendicarsi. Troppo inumana e vile mortificazione, e troppo barbara vendetta col piú spregevole uomo del volgo, non che con un uomo civile e secretario d’un augusto senato.

Facendo il tedioso viaggio della lettura della vostra Narrazione, devo confessare che tra un vortice di sottigliezze, di sofismi, di stiracchiature, di menzogne, di millanterie, d’una diarea abbondantissima di verbositá, risplende l’arte d’una ingegnosa e talora anche graziosa maldicenza.

Quanto allo stile e alla locuzione, esclusa la prolissitá del vostro fiume sempre gonfio di chiacchiere, trovo alcuni spruzzi di sana e colta eleganza, che ricorda non aver voi perduta affatto la memoria degl’insegnamenti dell’eccellente scrittore Dalle Laste, vostro maestro; ma trovo anche una assai maggior quantitá di periodi alchimiati, ampollosi, achilliniani e poco dilucidatori del profluvio delle vostre idee superflue, d’un raggiro sforzato di paroioni, d’una altitonante enfatica insoffribile dicitura e lardellati di frasi non nostre e di francesismi.

Consolatevi tuttavia. Il nostro mondo è divenuto entusiasta e fanatico. Bramoso di novitá ha perdute tutte le tracce della vera nostra eloquenza; e di mille lettori del vostro libro, trenta loderanno i pochi spruzzi vostri d’eloquenza colta e sana, e novecento settanta si sbalordiranno sui vostri periodi snaturati, vorticosi e bestiali, indannaiati di frasi non nostre e di francesismi. Entreranno in un’estasi leggendoli e grideranno: