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242 | memorie inutili |
M’avvidi allora che il capitale de’ nostri beni di Bergamo, non mai veduto da nessuno della famiglia, era cosa di qualche conseguenza. Parvemi di toccare il cielo col dito a questa esibizione. Feci concorrere alla scrittura tutti i fratelli e i nipoti.
Sono tre anni che riscuoto il fitto con pontualitá e che non mi struggo il cervello in piatire co’ falliti e co’ raggiratori. Ho la consolazione d’aver ridotta un’affittanza ch’era di quattrocento quarantatré ducati a ducati ottocento.
Spero di giugnere a fare un maggior benefizio alla mia famiglia con la vendita di que’ beni lontani e coll’acquisto di beni vicini.
Termino questo capitolo, ch’io scrissi sbavigliando non meno di quelli che l’avranno letto.