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parte seconda - capitolo xlix 199


Pagato l’oste, accompagnammo le signore all’uscio loro e le lasciammo coll’augurio della notte felice.

Appena fummo soli, l’amico mi si volse dicendo: — Tuo danno. Tu mi negasti d’aver intrinsichezza amorosa con quella giovine. Se avessi confessata la veritá all’amico, egli avrebbe rispettato il tuo amore. Tuo danno. — Ho detta la veritá — rispos’io; — non ho la confidenza che la tua malizia sospetta con quella giovine, ma soffri ch’io ti dica un’altra veritá. Sono certo che quella giovine venne con noi guardando me e ascoltando la conferma, che tu mi facesti fare, che siamo due oneste persone alle quali poteva affidarsi; né so vedere onestá in un amico che costringe con arte un altro amico a servirgli di ruffiano.

— Eh! che queste sono freddure che tra amici non si pesano colla tua romanzesca bilancia — risposagli. — L’amicizia vera non ha che far nulla co’ diletti passeggeri che si prendiamo con questi diavoletti femmine. Tu hai un’immagine troppo sublime d’un sesso di cui io non fo che un conto solo. Non v’è abachista che potesse sommare il numero delle mie soggiogate. Fredde, calide, prudenti, caste, sul punto della sensualitá le trovai tutte simili, e un poco della mia destrezza fu sufficiente a sconfiggerle tutte. Godo e lascio godere, senza lasciarmi prendere dalla passione faceta di Caloandro fedele.

— Se un montone avesse la favella — rispos’io — e lo interrogassi sul fatto dell’amore colle sue pecore, egli mi risponderebbe co’ tuoi medesimi sentimenti.

— Bene, bene — diss’egli; — tu sei giovine, e coll’andare degli anni comprenderai che, quanto al tuo venerabile bel sesso, io sono miglior filosofo che tu non sei. Quella biondina non mi dispiacque — seguí egli. — Mi sono informato dall’altra dov’ella sta d’abitazione. Domani vado all’assalto della piazza e ti narrerò la mia vittoria.

— Va’ dove vuoi — rispos’io; — ma tu non mi beccherai piú con femmine né alla commedia né all’osteria.

Egli andò a letto e a sognare la biondina; ed io v’andai con un rancore e un combattimento di spirito che non mi lasciarono chiuder occhio.