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194 memorie inutili


Nulla ostante amava assai quella giovane, aveva per lei una cordiale gratitudine e, ad onta degli errori giovanili ch’erano avvenuti tra lei e me, la credeva virtuosa e capace d’essermi fedele e ottima moglie. Il cuor mio si andava assoggettando in secreto e superava l’avversione ad un nodo matrimoniale.

Un avvenimento stranissimo, ch’io narrerò e che averò maraviglia se i miei lettori non maraviglieranno sulla lettura, venne a sciogliere la mia gratitudine, la mia secreta condiscendenza e a farmi quasi scoppiare con una sorpresa dolorosa.

Calmai possibilmente quella bellezza afflitta, lusingandola che forse la infermitá del marito non era al grado ch’ella temeva. Ricusai con risolutezza di ricevere i suoi capitali in diposito, prima perché io non aveva in casa un opportuno ripostiglio secreto e sicuro da poterli tener celati, poscia perché l’amava troppo per aderire ad una tal sua brama incauta, adducendo che il marito ancora in vita averebbe potuto un giorno voler fare un esame sul di lei stato e sopra que’ mobili ch’ erano a lui noti; il che averebbe posto a cimento la sua e la mia riputazione. La ringraziai della buona fede che aveva in me e le giurai che al caso della sua disgrazia averebbe trovato in me quel vigile assistente, quell’amico e infine quell’uomo che ella avesse desiderato. Ella rimase persuasa, e i nostri soliti abbandonati affetti la calmarono interamente.

Non è spiegabile la fiamma del nostro amore, che cresceva ognor piú in iscambio di diminuirsi, come suol succedere naturalmente dopo i sfoghi sensuali.

La giovane era perfettamente bellissima. Aveva una miniera di grazie e di tratti novelli. Nelle cadute medesime conservava sempre un certo pudore che sembrava dall’amor soggiogato; ingrediente che inebbriava il mio spirito. I suoi riflessetti saggi, il suo abbassar gli occhi vergognosetta, i suoi timori ragionevoli, che terminavano con una procella di baci dolcissimi, avrebbero innamorato Catone.

Vorrei essermi sostenuto nella delizia di sei mesi d’amor platonico e non esser giammai caduto nel sensuale, perché all’inaspettato caso, che ha troncato ad un punto il platonico e il