Pagina:Gozzi - Memorie Inutili, vol 2, 1910 - BEIC 1838429.djvu/155


parte seconda - capitolo xliv 149


Seguiti tutti i sopra narrati accidenti non mai potuti da me prevedere, avvenuti sulla mia commedia: Le droghe d’amore; nauseato io da quanto m’era successo facendo il poeta teatrale per puro divertimento, per distrazione, per spassare i miei compatrioti, per far del bene a de’ comici ch’erano la mia filosofica conversazione, e particolarmente ad un capocomico ingrato; m’era quasi risoluto a dare un calcio a tutte le mie ossature sceniche e a cercare in altro il mio passatempo.

Dando retta poscia a’ consigli e a’ riflessi degli amici, i quali mi fecero conoscere che la mia determinazione di far punto fermo sul comporre per il teatro non era filosofica, e che i partigiani dell’esule Gratarol avrebbero fatte delle false e maligne interpretazioni a mio discapito sopra una tale novitá, cessi con docilitá a’ consigli degli amici e composi i miei due drammi, l’uno intitolato: Il metafisico, l’altro intitolato: Bianca contessa di Melfi.

Al Sacchi che mi chiedeva queste due opere, chiesi in premio la restituzione del mio originale e di tutte le copie della rivoltosa commedia: Le droghe d’amore, ch’io chiusi nel fondo del mio scrittoio, onde non venisse piú brama a quell’uomo di riprodurla nel teatro.

Il metafisico e Bianca di Melfi, che furono esposti al pubblico in Venezia nel teatro del Sacchi e che furono acclamatissimi generalmente, mi chiarirono che ad onta de’ strani successi avvenuti, alterati e adombrati da alcuni maligni del vero non informati, godeva io la grazia universale della mia patria senza la menoma differenza1.

  1. Il Gozzi, costretto dalle esigenze tipografiche a dar termine al suo secondo volume, pone qui un Avviso ai lettori, in cui annunzia di rimandare al terzo volume i cinque ultimi capitoli della seconda parte. Il terzo volume poi s’inizia con una prefazione, cui fa séguito la lunghissima Lettera confutatoria a Pietro Antonio Gratarol, dopo la quale solamente sono pubblicati i cinque capitoli anzidetti. Si è creduto, in questa edizione, di non interrompere il filo del racconto; quindi si rimandano l’Avviso ai lettori, la prefazione e la Lettera confutatoria, che possono stare da per sé, dopo la terza parte, in un’Appendice [Ed.].