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118 memorie inutili

Il Gratarol non intenderá mai o fingerá di non intendere cotesta replica che in fatti non ci doveva essere, e potrá addossare a me con una forte ragione la colpa di mancatore, senza ch’io abbia la menoma colpa. Vostra Eccellenza mi scusi se seguo a vestirmi per uscire di casa a cercare tutte le vie che mi sia mantenuta la parola, che venga staccato il cartello e s’attacchi un invito al pubblico d’un’altra rappresentazione.

— Ciò non è possibile — rispose il cavaliere.

— Non doveva essere possibile una promessa che impegnasse la mia puntualitá. Farò que’ schiamazzi che mi si convengono. Il capocomico ci penserá. A’ comici non devono mancare ripieghi — diss’io affibbiandomi le scarpe con della smania e con poca civiltá.

— Ma Ella sappia — soggiunse quell’ottimo signore — che i poveri comici furono imbrogliatissimi. Volevano invitare al termine dell’atto secondo a un’altra rappresentazione per questa sera, e sulla insistenza insuperabile del pubblico per la replica furono sforzati a ritirarsi. Il patrizio Francesco Segredo, maturo senatore e che spesso presiede al supremo tribunale, com’Ella sa, sul riguardo che il Sacchi aveva alla sua persona, fece cercare di lei per tutto il teatro per persuaderla che né Ella né i comici avevano facoltá di fermare opere teatrali da lei donate, ammesse da’ tribunali, rese pubbliche e volute dal pubblico che n’è in possesso. Le dico ancora che al terminare della recita i comici si mostravano perplessi, dubbiosi e mesti sulle pubbliche chiamate della replica, e che a de’ cenni imponenti da’ palchetti fu lasciato cadere il sipario. Rifletta bene prima di esporsi in questa materia divenuta pericolosa.

— Niente mi persuade e niente mi sbigottisce — diss’io lavandomi le mani, scordata affatto la creanza. — Non mi si doveva fare una promessa perch’io potessi promettere e per farmi mancare. Vado dal Sacchi a dirgli che mi mantenga la parola. Faccia ammalare un attore o trovi qual pretesto vuole, ma stacchi il cartello e ne attacchi un altro, o ch’io lo tratterò come si merita. Non potendo altro fare, lo minaccerò di divenire acerrimo nimico di lui e della sua compagnia; che prenderò a