Pagina:Gozzi - Memorie Inutili, vol 2, 1910 - BEIC 1838429.djvu/122

CAPITOLO XL

Ragione del Gratarol verso di me senza alcun mio torto verso di lui.

Paradosso che contiene una veritá innegabile.

Rientrata dunque, come doveva, nel teatro la sera de’ diciassette di quel gennaio la commedia: Le droghe d’amore, mal contento io di quella riproduzione, amareggiato dalla amarezza medesima che amareggiava il Gratarol, compatibile com’era compatibile anch’io, non ebbi cuore d’essere presente alla recita.

Oltre a ciò ebbi ribrezzo d’incontrarmi in quelle persone che non avevano aderito alle mie preghiere e a’ miei uffizi per la sospensione d’un torrente di tante ciarle increscevoli, molte delle quali m’averebbero nauseato quella sera nel teatro medesimo.

Fermo io nella certezza a me promessa che le recite non sarebbero oltrepassate quella sera, siccome per esperienza sapeva che per tenere in soggezione il capocomico non aveva arma piú forte di quella di mostrare disgusto e alienazione dalla sua compagnia, credei di far buon’opera per ribadire la promessa a me fatta, a non lasciarmi vedere quella sera da’ comici.

Passai al teatro in San Giovanni Grisostomo, dove con mio rammarico udiva, senza volere, da alcune persone ch’entravano che il teatro in San Salvatore era calcato di spettatori.

Terminata la rappresentazione in San Giovanni Grisostomo che poco mi tenne occupato, me ne andai pacifico al mio albergo con una sicurezza che forse per quiete del mio spirito proccurai un po’ troppo di coltivare, che in quel punto fossero tronche le recite della mia romorosa commedia e delle schife dicerie. Punto non dubitando che non mi fosse mantenuta la salda promessa, cenai e mi corcai nel mio letto.

Alzatomi la mattina de’ diciotto, il mio servo ch’era stato fuori di casa, mi disse con aria d’uomo informato di tutto e con