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parte seconda - capitolo xxxix 113

non conosceva, nella contrada di Sant’Angelo, che con una civile e cortese affabilitá m’accolse e mi diè adito aperto di favellare.

Esposi con esattezza e ingenuitá a quel buon signore tutto ciò ch’era avvenuto ne’ giorni trascorsi, le pretese che aveva meco il di lui nipote, la circostanza insuperabile in cui era la faccenda della commedia, le esibizioni che aveva fatte al di lui congiunto dal canto mio e rifiutate ostilmente da lui, la assurda plenipotenza ch’egli in me pretendeva sopra a quella de’ tribunali che con le sue mal consigliate direzioni aveva concitati, i miei uffizi, i miei passi, le mie preghiere vane, la dieta di quel giorno. Gli protestai sincero dolore sugli ostacoli invincibili che mi erano opposti nel proccurar di servire al di lui desiderio e alle sue mal appoggiate pretese e false dimostrazioni. Gli spiegai quali e quanti fossero questi ostacoli, quali e quante fossero le negative incontrate. Gli dissi la ingiusta fissazione riguardo a me del signor Pietro Antonio, con quanta asprezza e alterigia ributtava egli ciò che unicamente aveva io potuto ottenere in parola, con quanto indiscreta e strana cervicositá pretendeva ch’io «potessi» e «dovessi» fermare la commedia per la sera susseguente.

Lo pregai infine a consigliarlo e a ridurlo a sorpassare con un contegno pacifico la riproduzione della commedia la sera de’ diciassette in obbedienza de’ tribunali da lui irritati col spropositato strattagemma della finta caduta della comica, notoriamente da lui proccurato in un momento pericoloso e per cozzare co’ tribunali piú gravi, assicurandolo che per le cose ordinate e per le ferme parole ch’io aveva avute, la commedia non si sarebbe piú veduta dopo quella sera.

L’amico Maffei testimonio, appoggiando alla mia esposizione, aggiunse i suoi saggi riflessi e il suo desiderio unissono al mio.

Il signor Francesco Contarini si mostrò persuaso delle mie in vero «irrefragabili dimostrazioni». Vide benissimo che la faccenda non dipendeva in quel caso da me. Si mostrò gentilmente disposto d’uscire in quel momento di casa per andarsene dal nipote, quantunque l’ora fosse tarda e contraria a’ suoi sistemi di vivere, per favorire la mia richiesta; e parve tutto fervore.