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108 memorie inutili

di tutti i disordini, sparlando sboccatamente delle persone rispettabili e operando con tutta la imprudenza e la petulanza, ha suscitata la indignazione de’ tribunali?

— Qualunque onest’uomo — diss’io — nel caso del Gratarol s’accenderebbe e altererebbe nella fantasia e sarebbe compatibile. Da un cervello sconvolto non si possono attendere che delle mostruositá, né si deve credere se non che egli accresca la dose de’ spiacevoli accidenti, se passa a una disperata mania a cui mi si dice ch’egli è vicino. Basta per conto mio ch’egli realmente sia ridotto ad essere sopra una scena esposto alle pubbliche risa, anche per una falsa illusione dalla sua leggerezza fabbricata, perch’io lo compianga e tenti tutto perché non progredisca la sua sventura, massime comparendo un’opera mia la base del suo martirio. L’Eccellenza Vostra ha mente grande, e vedrá che nella protezione ch’io le chiedo supplichevole chiedo una grazia relativa alla salvezza del mio buon nome e della mia riputazione. Per quanto so di certo, il Gratarol crede e pretende ch’io «possa» e ch’io «deva» fermare la riproduzione della commedia divenuta peccaminosa, e una infinitá di persone crederanno agevolmente la cosa medesima. La supplico a non lasciarmi esposto ad una cosí perniziosa estesa opinione.

La dama sempre ridendomi in faccia rispose: — Non v’è cieco che non abbia a vedere che voi non avete piú alcun arbitrio sull’opera vostra. L’avete donata, vi siete spogliato d’autoritá. Fu esaminata due volte, conosciuta innocente e licenziata due volte per il teatro da’ magistrati. Fu data al pubblico che n’è in possesso e la pretende. Un entusiasta prosuntuoso e superbo che con de’ sospetti di leggerezza, delle stolide direzioni offende ed irrita il pubblico e i tribunali proccurandosi delle punizioni in questo proposito, vi spoglia anzi affatto d’ogni menoma facoltá e vi costringe ad un prudente silenzio. Persuadetevi, e se la mia voce non vale a persuadervi, de’ senatori che sono qui vi persuaderanno che non avete piú arbitrio alcuno e che la non piú vostra commedia è omai de’ soli tribunali e del pubblico.

— So benissimo — diss’io — e per quanto mi fu detto e per quanto è avvenuto, ch’io non ho arbitrio alcuno e ch’io non