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104 memorie inutili


Vidi chiara quella impossibilitá che aveva preveduta. Volli però informare il Maffei conduttore della strana visita al piú strano colloquio.

Il mio servo mi chiamava alla parca mensa giá apparecchiata. Non volli pranzare e corsi dal signor Carlo Maffei.

L’assicurare il lettore che tutto quel giorno rimasi in un perfetto digiuno è un amminnicolo che si potrebbe tacere. Tuttavia siccome questo lieve aneddoto fu vero, e un sacrifizio dedicato al piú sconoscente, al piú maligno, al piú perverso di tutti gli uomini, a cui sarebbe peccato il sacrificare un bicchiere d’acqua, narro pontualmente anche il frivolo aneddoto della mia dieta senza pretendere compassione.

Trovato il Maffei gli narrai ingenuamente l’avvenuto col Sacchi nella casa Lini e gli feci vedere il viglietto di negativa del cavaliere padrone del teatro. Quel buon uomo non fece che restringersi nelle spalle.

— Ho un’impegno — diss’io — di tentare dal mio canto quanto è in mio potere sul falso piano voluto solido dal Gratarol, ed ho un impegno di fargli sapere il da me operato. Ella fu mediatore a introdurre da me la visita di quel signore, in vero oppresso ma altrettanto irragionevole e prepotente, e non ho altro mezzo che lei da fargli pervenire notizia del da me inutilmente operato. Mi rincresce assai ch’egli non abbia accettati i miei progetti e gli abbia sprezzati e rifiutati come «acqua ed acqua». Quell’acqua sola poteva estinguere il fuoco inestinguibile ch’io trovo acceso. Il Sacchi a buon conto s’è meco impegnato di trovar un ripiego perché la commedia non oltrepassi la replica di domani, che serve all’obbedienza de’ tribunali e a calmare il pubblico. Ella però riferisca solo la inutilitá de’ miei tentativi col patrizio Vendramini e col capocomico. Voglio tentare un altro passo per proccurare la sospensione della commedia anche domani. Ho il vantaggio che questa sera i teatri stanno chiusi per rispetto alla vigilia di sant’Antonio abate detto «dal fuoco». Posso trovare in casa la dama che fu tanto accesa, contro le mie preghiere, perché la mia innocente commedia entrasse in iscena. Io credo per altro ch’ella sia