Pagina:Gozzi - Memorie Inutili, vol 1, 1910 - BEIC 1837632.djvu/79


parte prima - capitolo ix 73

agli e le cipolle per comperarli. Rimproverati e corretti di questa dannosa inerzia, rispondono che i loro antenati non piantarono agli e cipolle, e che non alterano la direzione degli avi loro.

Chiesi ragione a delle persone piú colte di que’ paesi della generale indolenza poltrona rurale della Dalmazia. Mi si rispose essere impossibile, senza pericolo della vita, obbligare i morlacchi a far piú di quello che fanno, o a introdurre la piú picciola novitá per riformare i loro campestri lavori. Dissi che i padroni delle terre potevano chiamare degli agricoltori italiani e far divenire una Puglia quelle campagne. Vidi ridere sgangheratamente i confabulatori sul mio progetto, e chiedendo il perché di quelle risa, mi risposero che molti signori dalmatini s’erano provati a far venire de’ villani industri dall’Italia, e che pochi giorni dopo il loro arrivo furono trovati uccisi per la campagna, senza poter rinvenire i colpevoli della lor morte. Mi persuasi tosto d’essere un cattivo progettante, e mi maravigliai che que’ signori ridessero e non piangessero a darmi quelle notizie.

Amo troppo i due fratelli Arduini e gli altri nostri bravi studenti d’agricoltura per consigliarli ad andare tra i morlacchi a rendere ubertose ed utili le campagne di quelle due provincie; le quali per esser frontiere ad un possente comune nimico e confinanti, costano all’erario del nostro principe molto piú di quello che rendono.

Non ebbi giammai la temeritá di voler penetrare, e specialmente di discorrere sulle viste e sulle ragioni politiche, ed è forse bene che quelle provincie rimangano nella loro sterilitá.

Il mio predicare, scrivere, stampare e provare che la prima indispensabile agricoltura dovrebb’essere sulle teste e sui cuori de’ popoli, per avere di conseguenza de’ buoni effetti nella sommissione, nella subordinazione, nella coltivazione, nelle arti e nella fedeltá, ha fatti molti progettanti collerici contro di me. Questi interpretano per mordaci satire tutte le veritá evangeliche, se sospettano in esse un’ombra avversa alle mire di particolare interesse o di particolare ambizione o passione particolare che hanno.