Pagina:Gozzi - Memorie Inutili, vol 1, 1910 - BEIC 1837632.djvu/330

324 memorie inutili

credenza, e sono in accordo col Sacchi di rilasciargli tre zecchini il mese del mio onorario per pagarlo.

Ho detto che la Ricci non aveva la facoltá di dire delle bugie per delle veritá con franchezza. Un rossore improvviso nella sua faccia palesava il secreto. La vidi arrossire a questa riferta.

— Come! — diss’io con tutta flemma; — m’avete fatto un torto. Conosco per esperienza la vostra pontualitá. Vi ho servita io altre volte di consimili piegierie; qual bisogno avevate del Sacchi mallevadore? Voi non siete meco sincera.

Comparve una fiamma maggiore nel di lei volto. — Ebbene — diss’ella con del dispetto, — le dico la veritá. Quel vecchio è innamorato perdutamente di me e vuol donarmi quest’abito. Pretende da me ciò che non averá mai.

Scorsi allora la cagione de’ nascondigli del vecchio capocomico, e senza la menoma alterazione feci all’attrice il seguente discorso con tutta la dolcezza:

— Cara la mia comare — diss’io, — m’avvedo d’aver gettata sin ora ogn’opera mia con voi. De’ guasti principi di educazione e una sfrenata falsa ambizione tradiscono voi e tradiscono la mia buona amicizia.

Senza qualche, forse inconsiderata, lusinga donnesca, un vecchio d’ottant’anni non si accende al segno che mi riferite.

Vidi giá il Sacchi molte volte a nascondersi al mio arrivo e tacqui, e voi taceste quanto me questo secreto garbuglio. Averei dovuto sospendere le mie visite per sempre a una tal sporca scena, e non le sospesi; siatemi grata.

Qual bisogno ha il Sacchi di celarsi da me al mio giugnere nella vostra casa, in cui l’ho stimolato a venire, in cui l’ho condotto e in cui l’ho sempre veduto volontieri come vostro capocomico disponitore delle rendite della compagnia e per vostro vantaggio?

Voi m’avete fatto divenire un oggetto d’ostacolo, che deve essere naturalmente abborrito dal Sacchi. Io sono divenuto innocentemente un oggetto che sforza a nascondersi da me con dispetto un uomo che m’era amico per il corso di piú di vent’anni delle mie a lui utilissime beneficenze. Ecco l’opera