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Le ricordava soltanto con costanza, risolutezza e frequenza che pretendendo ella le mie visite e la mia pubblica parzialitá palese a tutti, come s’ingegnava di fare, si guardasse con del rigore dalle visite di que’ maschi, massime nobili, conosciuti dalla cittá tutta splendidi passeggeri pirati di Venere, che farebbero lampeggiare il suo disonore e contaminerebbero la mia dimostrata parzialitá e le mie visite; ch’ella tenesse a freno la sua ambizione donnesca di falso sistema e non accettasse doni di conseguenza da’ dissoluti, per non imbrogliarsi; ch’ella non tentasse garbugli con la vana speranza di secretezza; e infine la pregava ad essere meco sincera, perch’io potessi salvar me medesimo con un pacifico e prudente allontanamento, lasciandola in balía di quella libertá di cui era assoluta padrona.

Tuttoché le dicessi queste cose con un’amichevole dolcezza, terminando le mie ammonizioni con de’ scherzi e delle lepidezze, esse non contenevano però nessuna di quelle adulazioni che tanto a lei piacevano.

Parevami di scorgere nel suo interno de’ fremiti contrari ai miei sistemi ed a’ miei ricordi; ma ella sapeva costringerli, e il bene che le voleva e la sua etá giovanile rinverdivano le mie lusinghe di poterla indurre con un poco di tempo a pensare con della moderazione e della virtú.

Fui uno stolido, e mi rincresce di dover confessare la mia stolidezza soltanto perché la mia confessione riesce a discapito di quella povera femmina, rovinata e resa insanabile da de’ principi di antimorale d’una falsa filosofia.

Convien dire che l’amor suo proprio, ch’era l’unico suo consigliere obbedito, mi dipingesse agli occhi suoi un appassionato d’amore geloso; che i miei ragionamenti, i miei ricordi non le apparissero che come le stolte voci della gelosia; e convien dire che la mia amicizia, il mio comparatico, le mie visite giornaliere, la mia parzialitá palese a tutti, da lei proccurate e coltivate, non fossero da lei cercate che per tenere in soggezione la sua compagnia comica, per tenermi obbligato a farla comparire in sul teatro colle opere sceniche mie a di lei vantaggio e perch’io servissi d’ombrello a que’ trapassi a’ quali la sua