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parte seconda - capitolo iii 257


Con le comiche il termine d’amicizia è favoloso; sostituiscono a quella l’amore e non ascoltano distinzioni. L’idea che hanno dell’amicizia non serve loro che a corbellarsi tra femmine con una tempesta d’espressioni e di baci giudaici.

Devo tuttavia protestare che le comiche discendenti da quella compagnia facevano all’amore con precauzione e senza sfacciataggini. La massima di rigidezza cagionava per lo meno questo buon frutto, e la massima di onoratezza cagionava una differenza notabile da’ sistemi che hanno negli amori molte altre femmine della comica professione.

Parecchie comiche delle altre compagnie insidiano per sistema fisso i loro amanti e gli spogliano dolcemente delle loro sostanze al possibile. Per dar di piglio alle chiome di quella ch’esse chiamano fortuna e ch’io chiamo infamia, non si curano che la via da loro intrapresa sia pulita o fangosa. Adorano la scelleraggine e disprezzano la onestá e la discrezione, se per la prima sperano di poter accrescere il loro stato o appagare la loro ingordigia. Quantunque cerchino colle parole di coprire la lor turpitudine col velo della decenza e della onestá possibilmente, calpestano intrinsecamente il rossore e cantano quel verso:

Colla vergogna io giá mi sono avvezza.

Le attrici della compagnia del Sacchi erano alienissime dal sentimento della turpe venalitá infamatoria. Convien far loro questa giustizia.

Corrono due termini in gergo nel linguaggio furbesco dei nostri comici: l'uno è il «miccheggiare», vale a dire «porre in necessitá di donare con le circuizioni artifiziose»; l’altro è «gonzo», termine col quale vien chiamato il sciocco amante che si lusinga d’essere amato, e che indebolito fa il liberale mettendo in rovina il proprio sostentamento. La virtú perniziosa di questi due termini assassini non era posta a frutto dalle femmine della compagnia del Sacchi. Esse facevano all’amore per istinto, per inclinazione e per l’esempio che avevano avuto di erede in erede.

Cercavano co’ loro amori de’ partiti che le applaudissero