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parte prima - capitolo xxxiv 207

filosofica e sentenziosa; qualche buona sorpresa teatrale; qualche descrizione bestialmente felice; una perniziosa morale; uno scrittore il piú gonfio e ampolloso che adornasse il nostro secolo. Vidi un sonetto stampato e impiccato per le bottege di Venezia di quel poeta, da lui composto per il giubilo della salute ricuperata da un cavaliere veneto patrizio, che incominciava da questo verso:

Sull’incude fatal del nostro pianto, ecc.

Con tali mostruositá metrizzate egli spacciavasi coraggiosamente da novello Pindaro, e trattando il Goldoni da augel palustre seduceva infiniti cervelli che l’ammiravano senza intenderlo.

Non è da maravigliarsi. Un Goldoni ed un Chiari con qualche alunno dovevano avere la facoltá di cagionare un andazzo periodico, tanto piú sulfureo e universale, quanto egli era risvegliato ne’ ricinti de’ teatri, abbracciando tutta la popolazione divisa in due partiti e cosí indiavolata e cieca, che non discerneva nemmeno la infinita superioritá del merito comico che aveva il Goldoni sopra a quello del Chiari suo competitore.

Una cosí strana novitá di giudizi e di letteraria corruttela faceva sdegnare alquanto il zelo de’ coltivatori del genio di regolaritá e di coltura, spezialmente della nostra granellesca accademia.

Nessun vantaggio da’ giusti sdegni qualora un andazzo è in carriera. L’andazzo goldoniano e chiarista doveva correre per alquanti lustri e doveva succedere e rinforzarsi, al rallentarsi di quello, l’altro andazzo di cui ho fatto menzione nel precedente capitolo, de’ smoderati, snaturati, scorretti entusiasti detti sublimi filosofici scrittori, scopritori di nuovi mondi letterari, che veggiamo confettare la gioventú de’ nostri giorni, che minacciano nuovi vocabolari e persino nuovi alfabeti, trattando l’antichitá da imbecille di cortissima vista, e involgendo l’umanitá in un inseparabile caos di letterarie follie.

Riguardo all’andazzo goldoniano e chiarista, si potrá credere, senza ribrezzo, ch’egli fosse da me guardato col viso e col cuore ridente, come soglio guardare tutti gli eventi, e spezialmente quelli de’ funghi delle umane opinioni.