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sopraddetti suscitano degli altri andazzi, e senza studiare i pianeti (se non corre l’andazzo di studiarli), chi ha con perseveranza studiato l’uomo ne’ secoli avrá rilevato agevolmente che una successiva catena di questi andazzi, risvegliati da semi naturali di leggerezza, d’incostanza, di noia e di brama di cose nuove, furono e saranno sempre i dominatori dell’umana balordaggine, sempre cieca e sempre presuntuosa di possedere una vista penetrantissima. I morti avranno veduto, noi vederemo, e i nostri posteri vederanno sempre delle decadenze, degl’innalzamenti, e le opinioni generali de’ popoli ne’ tempi or tra queste or tra quell’altre zampe di pochi pensatori ambiziosi pubblicatori di cose or utili or disutili, or frivole ed or perniziose.

Per le mie osservazioni, i pensatori e propagatori delle scienze, de’ sistemi, delle scoperte, che vincono di quando in quando con un’idea che somiglia a una novitá, di cagionare per alcun tempo de’ generali andazzi periodici, non devono nemmeno lusingarsi che l’esercito de’ loro seguaci, fieri in sul garrire e in sul sostenere durante il periodo di quell’andazzo, guardi con maggior fermezza e sodezza l’andazzo rispettabile da lor cagionato, dell’andazzo che risveglia l’apritura d’una magnifica nuova bottega da caffè, o quella del Blondi scientifico inventore di mode, vera fenice degli andazzi piú considerabili e piú importanti secondo l’umana fragilitá sempre farfalla.

Quanto alle belle lettere, all’eloquenza, al puro linguaggio litterale, alla metá del nostro secolo ed all’oriente del signor Bettinelli il guasto doveva succedere.

Il giardino di puritá e di semplicitá quasi ristabilito doveva essere rovesciato, sfrondato e diserto da un novello mostruoso andazzo.

La nostra faceta accademia ebbe un bel strillare ragionatamente per trincierare gli esemplari de’ buoni maestri, la coltura, i metodi, le regolaritá, la diversitá dello stile, la nitidezza, la semplicitá, la puritá della lingua. Sostenne invano che ogni colta nazione, che ha lasciata una lingua denominata «madre lingua», ebbe la sua favella litterale, la sua favella volgare e i suoi dialetti di linguaggi corrotti, e che essendosi l’Italia tutta